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PADRE CICOGNA



Emanuela Catalano, autrice di numerosi saggi sulle opere di Eduardo, ci propone questo suo articolo dedicato a "Padre Cicogna", un'opera tra le meno conosciute del grande autore.



Sabato 25 Ottobre u.s., all'interno di un più vasto programma celebrativo del trentennale  della scomparsa di Eduardo De Filippo, avvenuta il 31 Ottobre 1984, la RAI ha trasmesso "Padre Cicogna", un poemetto poco conosciuto scritto dal drammaturgo nel 1969.  
Questo poemetto pare concludere una saga sui generis cominciata, con due  altri personaggi, alla fine degli anni '40.
Si tratta di  personaggi  che attingono ad una dimensione tragico/popolare apparentabile a quella della “Cabiria” di Fellini, caratterizzati da un'amarezza di fondo  che coinvolge dolorosamente il pubblico.
I tre protagonisti di questa saga sono: De Pretore Vincenzo, un "mariuolo” in cerca di un santo protettore; Baccalà, un guitto che campa la vita recitando poveramente per strada, e Padre Cicogna, un prete che si "spreta".

L’opera è una narrazione dal contenuto dissacrante: le vicende di un sacerdote, Emanuele Palumbo, detto Padre Cicogna, che si spoglia dell'abito talare per amore di Caterina.
Nell'atto del ripudio del sacerdozio, Padre Cicogna stipula un patto unilaterale con il Signore. Conscio della gravità del suo gesto, baratta il perdono di Dio con una promessa che egli non può nè proporre nè rispettare senza l'intervento medesimo del Signore.
La promessa consiste nel mettere al mondo, per i primi tre anni di matrimonio, tre figli maschi, che porteranno il nome dei Re Magi, per offrire a Dio, ad ogni Natale, un coro speciale per il canto "Tu scendi tra le stelle".
Inizia così la vita secolare di Padre Cicogna, che pare seguire i progetti di Emanuele Palumbo, con la nascita del piccolo Gaspare alla vigilia del primo Natale della famigliola, a cui seguono a ruota, nei due anni successivi, sempre in prossimità dell'inverno, i fratellini Melchiorre e Baldassarre. Ma d'improvviso, nelle immediitezze del terzo Natale, senza un'apparente malattia, Gaspare muore.
Così va avanti l'iter travagliato della famiglia Palumbo, tra una morte prematura, un Natale mancante a turno di Gaspare, Melchiorre o Baldassarre, la nascita di un nuovo piccolo che eternamente ripete nel nome il fratellino morto per ultimo. Un altalenante catena di sciagure che fanno scendere e precipitare la povera famiglia sempre più giù, fino all'indigenza totale; nell’indifferenza spietata della popolazione del quartiere che gradualmente ripudia fino all'odio quella famiglia palesemente invisa a Dio medesimo che la carica di tutte quelle disgrazie.

Dopo la morte di Eduardo, circa venticinqe anni fa, Nicola Piovano ebbe occasione di leggere il poemetto "padre Cicogna" e ne rimase "profondamente sedotto".(1)
Negli anni inizia poi una collaborazione con Luca De Filippo che porta il Maestro Piovani alla stesura di una partitura musicale che forma col poemetto di Eduardo un insieme perfetto.
Per raggiungere il completamento del poema sinfonico Piovani è ricorso anche ad alcuni versi del canto natalizio italiano più noto, opera di S.Alfonso Maria De'Liguori :"Tu scendi dalle stelle", che si lega alla narrazione drammaturgica intessuta sui riti natalizi, e di alcuni altri versi di Eduardo medesimo, dedicati al figlio Luca, che il compositore ha inserito in forma di ninna nanna.
Con le parole non è facile narrare queste musiche di Nicola Piovani, tammuriate, tarantelle, ricordi di canti popolari e note natalizie intrecciate ad armoniosi brani sinfonici tali che l'ascoltatore è portato a credere che musica e testo siano nati assieme.

L'opera diretta dal Maestro Piovani in persona, interpretata musicalmente da cantanti (2) le cui voci, di natura e colore molto differenti, formano un coro che dà corpo alla popolazione del quartiere in cui è immersa la dolente realtà della famiglia Palumbo, ovvero il ritmo della nuova vita da spretato del misero Padre Cicogna che crede di poter stipulare con Dio un contratto e barattare il ripudio della tonaca con il frutto del suo peccaminoso amore terreno che ha oltraggiato la precedente promessa della consacrazione sacerdotale.

La prima di quest'opera, che non si può che considerare un capolavoro musicale che incastona un gioiello drammaturgico, è stata nel 2009, al Teatro S.Ferdinando di Napoli, che fu di Eduardo, poi è stata riallestita solo poche altre volte, fino all'ultima, nel 2013 al Teatro Petruzzelli di Bari, ora diffusa da RAi 5.

In ogni allestimento, fino ad ora, il Maestro Nicola Piovani ha diretto una grande orchestra comprendente gli strumenti musicali della tradizione napoletana, putipù, tamburelli e altro, e la parte recitata resa da Luca De Filippo che una volta di più ci ha dimostrato di essere veramente un grande in assoluto del palcoscenico.

Naturalmente  da quanto detto fin qui è palese a tutti che il poemetto “Padre Cicogna” è perfettamente inserito nelle tematiche dell’opera Eduardiana, il nucleo familiare, i figli, l’inquadratura sociale del quartiere popolare, i rimandi onomastici tra i personaggi, quasi un calembour tragico con la morte.
Voglio, del testo, citare solo una frase forse la più amara di tutte quelle scritte da Eduardo: “Statece ‘e casa int’ a’ nu vico ‘e Napule, quanno stu vico ‘te risponne: No”.(3)

La trasmissione in Rai di un opera di tanto valore è un evento veramente inusitato, anche se la trasmissione è avvenuta senza annunci e senza pubblicità, onde evitare lo share, anche perchè la cultura non è molto amata dal pubblico televisivo, almeno per quanto ci dice la RAI medesima, che con questa scusa bandisce il teatro dal piccolo schermo, salvo che per le sperimentazioni di qualche “astro nascente” di turno.

A me fa comunque piacere vedere sui canali a pagamento della RAI di Stato lavori di spessore che testimoniano la grandezza dell’arte italiana contemporanea, nella speranza che la frequentazione con la cultura innalzi il livello nedio degli italiani spronandoli e fortificandoli nell’indispensabile e non più procrastinabile opera generale di rinnovo della nazione.




(1) in “La poesia di Eduardo al Petruzzelli”- www.affaritaliani.it
(2) Soprano: Susanna Rigacci; Mezzosoprano: Susy Sebastiano; Tenore: Pino Ingrosso; Basso: Mauro Utzeri
3) Eduardo De Filippo, Padre Cicogna, 1969



Firenze, 12 Dicembre 2014
Emanuela Catalano
Copyright: wwwartemanuela.it

 

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