Si te veco: me veco.
Si mme vire: te vire.
Si tu parle, c’è l’eco
e chist’eco song’i.
Si te muove: me movo.
Si te sento: me sento.
Si me truove, te trovo…
Si me trovo, si tu!
Tuo padre
Questo padre che con poche parole, in pochissimi versi trasfonde in perfetta armonia i sentimenti di tutti i genitori da quando esiste il mondo è Eduardo De Filippo.
Questa breve ed emozionante poesia è un dono lieve e corposo al figlio Luca, l’unico altro componente di una famiglia dolorosamente aggedita dalla morte.
Questi versi che sono appartenenti al privato di Luca De Filippo, e come dono del padre, preziosissimo, sono ora da Luca medesimo in qualche modo stati “ricambiati “ al padre.
Se Luca non è poeta e scrittore come suo padre, ha però avuto una grande generosità, quella di condividere con noi queste intense parole d’affetto privato.
In qualche modo le ha restituite al padre, permettendo a queste parole le vie del palcoscenico, per cui quasi tutte le parole di Eduardo erano formulate.
Così ascoltando “Padre Cicogna”, lo splendido poema che dalla carta ha trovato, con la complicità di Luca ed il genio del Maestro Piovani, le strade del palcoscenico, queste parole le sentiamo cantate in musica da voci liriche.
Bellissimo il poema sinfonico, un regalo postumo di Eduardo, un richiamo a non allontanarci dalle sue creazioni, così umane e così importanti , così indispensabili al nostro vivere.
Opere che ci aiutano a ragionare sempre, a non intraprendere quelle vie errate, che a percorrerle paiono così invitanti ma che conducono solo alla rovina.
Se dal 1984 ad oggi avessimo, tutti noi italiani, letto e meditato l’opera di Eduardo, cercando di applicare le regole a cui lui conformava la sua vita, forse il nostro paese non si troverebbe nelle condizioni odierne.
I bei versi su riportati, pur sembrando solo una testimonianza d’amore, in effetti possono essere letti anche in un'altra chiave:
Si te veco: me veco
Si te vire: me vire.
Un monito a comportarci bene perché ci si guarda vicendevolmente e il primo che “sbaglia” invita l’altro a “sbagliare”, parlando per eufemismi!
Firenze, 10 Dicembre 2014
Emanuela Catalano
www.artemanuela.it