Francesco Montervino
Francesco Montervino è sicuramente il giocatore-simbolo del rilancio del nuovo Napoli: sempre presente nei cinque anni dal fallimento della Società Sportiva Calcio Napoli e successiva retrocessione in serie C, alla riconquista della serie A e di un posto in UEFA!
Franceso Montervino è nato a Taranto nel 1978. Ha esordito da giovanissimo in serie B con l'Ancona, squadra per la quale ha militato per sei anni. Poi l'incredibile avventura, durata sette anni, con il Napoli, avventura di cui parleremo nella nostra intervista. Successivamente, l'esperienza con la Salernitana.
E' sempre stato un gran combattente, durissimo ma leale in campo, dotato di una grande corsa, ma anche di una tecnica adeguata. Ha giocato a centrocampo sia come centrale che come giocatore di fascia destra.
Quicampania: Francesco, raccontaci della tua esperienza con il Napoli, sin dall'inizio; il tuo racconto sarà anche il racconto del rilancio del Napoli. Se non ricordiamo male, tu sei arrivato nel "vecchio" Napoli.
Montervino: Sono arrivato a Napoli a gennaio del 2003 in prestito dall'Ancona; l'allenatore era il povero Franco Scoglio. Confermo, quello era il "vecchio" Napoli: il presidente era Naldi, eravamo in serie B, il Napoli non andava molto bene e Scoglio fu sostituito da Franco Colomba, che, a sua volta, era stato precedentemente allontanato. Ci salvammo dalla retrocessione in maniera abbastanza tranquilla. Nell'estate del 2003 il Napoli effettuò una campagna acquisti molto "pretenziosa"; furono in primo luogo confermati i migliori (Vidigal, Stellone, Marcolin) e arrivarano diversi nuovi giocatori, tra i quali, ad esempio, Olive. Ma le cose non andavano bene, ci rendevamo tutti conto che la Società scricchiolava. A gennaio del 2004 preferii essere girato dall'Ancona, che possedeva il mio cartellino, al Catania. Il Napoli si salvò sul campo dalla serie C, ma in estate esplose il problema societario. Si facevano diverse ipotesi, tra le quali quella del fallimento o, quella, portata avanti da Gaucci, del fitto di ramo d'azienda con iscrizione al campionato di Serie B. Nel caso di fallimento, si riteneva che l'eventuale nuova squadra sarebbe ripartita da una serie inferiore. Nel frattempo era fallito anche l'Ancona, ed io mi ritrovai padrone del mio cartellino. Gaucci, nelle more che le questione societaria si dipanasse, organizzò una sorta di raduno pre-campionato "libero" ad Abbadia San Salvatore; non si sapeva cosa sarebbe successo, ma io ed altri giocatori, come Marcolin e Montesanto, ci incontrammo in quella località per poterci allenare, sperando nell'iniziativa di Gaucci, che ci avrebbe riportato a giocare da subito in serie B.
Quicampania: L'inizativa di Gaucci non ebbe successo, potremmo dire fortunatamente! Dal fallimento è nato il nuovo Napoli, libero da qualsiasi legame con le gestioni precedenti, con una situazione chiara e cristallina, situazione che ha spinto un imprenditore del calibro di De Laurentiis a intervenire.
Montervino: Se non ricordo male, De Laurentiis si aggiudica il titolo sportivo per 29 milioni di euro; in quel momento, siamo ad agosto del 2004, il Napoli di De Laurentiis non ha ovviamente nulla al di fuori del titolo; non esistono quadri tecnici ed amministrativi, non ha giocatori, non ha un campo di allenamento. E mancano pochi giorni all'inizio del campionato di serie C, campionato al quale il Napoli era stato iscritto.
(NDR: in quel momento il nuovo Napoli non ha apparentemente nulla. Ha però diversi milioni di tifosi sparsi nel mondo, pronti a pagare per vederlo in TV, ha un pubblico "fisico" pronto a riempire di nuovo il San Paolo).
La prima mossa di De Laurentiis fu quella di ingaggiare immediatamente Marino come Direttore Generale e, quindi, Ventura come allenatore. Ma non ci sono ancora i giocatori ed il campionato sta per cominciare... .
Io mi proposi, in quanto proprietario dl mio cartellino, a condizioni veramente particolari. Ci fu dato appuntamento all'Hotel Ariston di Paestum; se non vado errato era il 23 agosto.
Quicampania: In quel momento avviene quindi il primo raduno del nuovo Napoli! Chi eravate?
Montervino: Un raduno molto particolare! Ci presentammo in quattro: io, Mariano Stendardo, Montesanto e il Pampa Sosa. Il portiere dell'albergo ci guardò con aria interrogativa. Aveva davanti a sè il Napoli!
Il primo allenamento lo facemmo noi quattro, ciascuno con la propria maglietta, i propri pantaloncini, i propri calzerotti. Decidemmo con Carmando di comprare con i nostri soldi una divisa comune.
Nei giorni successivi arrivarono a Paestum diverse decine di giocatori, tutti per proporsi per la nuova avventura; nessuno in quel momento aveva ancora firmato, eravamo tutti sotto osservazione.
Il Napoli fece le sue scelte e dopo una decina di giorni giocammo la prima di campionato in casa con il Cittadella; in effetti era la terza partita di calendario, ma ci era stato consentito di cominciare con un piccolo ritardo in considerazione dei nostri problemi.
Quicampania: Ti ricordi di quella prima partita?
Montervino: Impossibile dimenticarlo! C'erano ben 50.000 spettatori e il giorno dopo eravamo sulla prima pagina del Corriere dello Sport nazionale. In porta c'era Berardi, poi Scarlato, Savino, io, Gatti, Cornelliuson, Sosa, Berettoni ed altri. Finì 3-3; andammo sotto di un goal, poi recuperammo fino ad arrivare sul 3-1, ma negli ultimi venti minuti, in considerazione della preparazione quasi inesistente, crollammo.
Quicampania: Tutti i tifosi si ricordano di quel campionato per i play-off finali con l'Avellino...
Montervino: Prima di parlare dei play-off, dobbiamo ricordare due momenti fondamentali; dopo non molte giornate, fu esonerato Ventura ed arrivò Reja. A gennaio, poi, la Società intervenne sul mercato comprando un blocco di giocatori di alto livello; arrivarano Calaiò, Mora, Maldonado, Grava e Capparella.
Si era formato il gruppo che avrebbe portato il Napoli in A!
Nel girone di ritorno facemmo più punti di tutti e arrivammo a quei play-off... . Purtroppo ci fu qualche errore di troppo sottoporta e perdemmo l'occasione di risalire in B al primo tentativo. Ma la ragione della mancata promozione va ricercata nel fatto che, con tutti i problemi estivi, solo a gennaio arrivammo a poter contare su una situazione stabile.
Quicampania: Sei stato capitano da subito?
Montervino: No; il capitano quell'anno fu Scarlato, io ero il vice. Ma Scarlato non giocò diverse partite e, infine, nei play-off il capitano fui io.
Quicampania: Campionato 2005-06: finalmente si torna in B!
Montervino: Nell'estate del 2005, la squadra si rafforzò ulteriormente con giocatori di categoria; arrivarono anche tre rinforzi importanti: Fontana, Iezzo e Romito. Il nostro attacco era quello che poi è arrivato in A: Calaiò, Pia, Pampa Sosa e Capparella. Vincemmo con 13 punti di vantaggio sulla seconda.
Quicampania: Dal punto di vista organizzativo le cose come andavano?
Montervino: De Laurentiis e Marino fecero le cose per bene, pensando al futuro. Il nuovo Napoli non aveva un suo campo di allenamento (il vecchio Napoli si allenava a Soccavo). Partì l'operazione che avrebbe portato al bellissimo centro di Castelvolturno. Ma sino a dicembre del 2005 non avemmo un campo di allenamento!
Quicampania: E come avete fatto?
Montervino: Ogni settimana ci indicavano dove ci saremmo allenati: Casal di Principe, Marano, Palma Campania, Sarno. Anche Varcaturo, dove, di fatto, mancavano gli spogliatoi. La società era comunque molto precisa e corretta: mai un ritardo nel pagamento degli stipendi.
Quicampania: Chi arrivò per la serie B?
Montervino: Arrivarono cinque pezzi da novanta! Cannavaro, De Zerbi, Bucchi, Domizi e Della Bona. Sulla carta cinque giocatori fortissimi, che avevano fatto tutti sfracelli nelle precedenti esperienze. Purtroppo non andarono tutti benissimo, ma Cannavaro è stato un acquisto eccezionale, ed anche Domizi ha avuto un ottimo rendimento. Quell'anno cominciò benissimo con la vittoria sulla Juve in Coppa Italia. In quella partita, ricordo, oltre al grande goal di Paolo Cannavaro, il mio personale scontro continuo con Camoranesi. Il campionato andò bene, avemmo un rendimento molto costante; il 19 giugno del 2007 conquistammo la serie A a Genova, in quella stranissima partita che solo concludendosi sullo 0-0 garantiva alle due squadre l'accesso alla massima serie. Partimmo subito alla grande e per i primi trenta minuti ci fummo solo noi in campo. Fu importante quella partenza per far comprendere i rapporti di forza in campo.
Quicampania: Siamo quasi arrivati alla fine di questo nostro lungo ricordo. Conquistata la A, quali furono i rinforzi?
Montervino: Arrivarono, soprattutto, quattro grandi giocatori, giocatori che ci consentirono di fare subito bella figura nella massima serie, arrivando a conquistare l'Europa: Lavezzi, Hamsik, Gargano e Zalayeta.
Quicampania: Che impressione vi fecero quando arrivarono in ritiro?
Montervino: Devo essere sincero: rimanemmo un po' sconcertati!
Lavezzi arrivò con un sovrappeso di circa 7 kg. e con uno scarso tono muscolare. Si muoveva in campo in maniera strana, proprio per le mediocri condizioni atletiche; si intuiva che era dotato di uno scatto notevole, ma all'inizio suscitò molti dubbi. Poi esplose: un grandissimo giocatore, quando è in forma è impossibile tenerlo!
Hamsik, invece, ci apparve troppo magro; 184 cm. per 69 kg! Grande tecnica, bel piede, ma poco peso. In un anno, fortunatamente, mise su circa 6 kg. di muscoli.
Anche Gargano suscitò qualche interrogativo: come può un giocatore alto solo 164 cm. giocare ai massimi livelli in quel ruolo? Lo capimmo subito: nei test atletici dimostrò delle doti eccezionali. Pensai che per la prima volta avevo trovato uno che correva più di me! Un mostro, sul test chiamato Mini-Cooper (si tratta di correre a perdifiato per sei minuti) percorreva più di due km., valore questo per un calciatore molto elevato.
Infine Zalayeta: un vero fuoriclasse. Peccato per la sua "testa"; tecnicamente era fortissimo, anzi era un vero e proprio fenomeno. Con un altro carattere nella Juve, dove comunque ha giocato per tanti anni, a mio parere, sarebbe diventato più forte di Trezeguet.
Quicampania: Bene, siamo arrivati alla fine, al campionato che ha riportato il Napoli tra le grandi della serie A ed in Europa. Tu sei stato al tempo stesso il testimone e l'artefice di questa magnifica cavalcata. Complimenti e grazie!