Napoli-Juventusa 2-1 1/12/1968
Nell'infinito elenco di sfide Napoli-Juventus, quella del girone di andata del Campionato 1968-69 viene ricordata per fatti che hanno poco a vedere con lo sport. E', infatti, ricordata come la partita delle "mazzate".
Per la cronaca, la partità terminò 2-1 per il Napoli grazie a una inconsueta doppietta del centrocampista
Vincenzo Montefusco (nell'
intervista che ci ha rilasciato potrete leggere anche il suo ricordo di quella partita).
Per comprendere cosa accadde in quella partita occorre andare ulteriormente indietro nel tempo di qualche anno; Omar Sivori, il grande fuoriclasse argentino, dotato di un eccezionale talento calcistico, era stato per anni la stella della Juventus: le sue finte, il suo gioco spumeggiante, le sue invenzioni avevano fatto di lui l'icona perfetta del "Numero 10". Purtroppo per lui, proprio quando era al massimo della sua carriera, si andò a scontrare con un nuovo allenatore della Juventus, un certo Heriberto Herrera.
Questo Herrera, che non era parente del ben più celebre Helenio, l'allenatore dell'Inter stellare degli anni '60, aveva idee calcistiche non in linea con quelle di Sivori: il suo motto era infatti "movimiento, movimiento"; un po' in anticipo sui tempi, pretendeva dai suoi giocatori partecipazione e dedizione assolute e, soprattutto, grande impegno atletico. I suoi allenamenti erano famosi per la loro durezza (Gianni Brera ebbe a dire che il centrocampista juventino Bobo Vieri, il papà del Vieri bomber, si stancava solo a guardarli, questi allenamenti...).
Si trattava, pertanto, di una visione del calcio che andava nettamente in conflitto con le idee e le caratteristiche tecnico-atletiche di Sivori. Il divorzio fu quasi obbligatorio e il grande Omar andò via dalla Juve per approdare nel 1965 al Napoli, neo-promosso in Serie A (di come Achille Lauro riuscì a concludere
l'acquisto di Sivori abbiamo un'importante testimonianza diretta).
Da quel momento le partite Napoli-Juventus diventarono delle sfide tra Sivori ed Heriberto Herrera: durante questa partite l'asso argentino si portava spesso vicino la panchina dell'odiato nemico per provocarlo con evidenti gesti; tutte cose che oggi non sarebbero consentite e neanche comprese. La risposta di HH2 (all'epoca così veniva indicato l'allenatore della Juve; HH era invece Helenio Herrera) consisteva, ben conoscendo l'irascibilità di Sivori, nel far marcare "molto stretto" (si tratta di un eufemisno per indicare "a calcioni") il Cabezon (soprannome dell'asso argentino), per provocarne la sicura ed ovvia plateale reazione con conseguente espulsione.
Queste le premesse; il Napoli-Juve del 1968 si svolse secondo questo canovaccio: Herrera fece marcare Sivori da un certo Favalli. Questi, come da copione, incominciò a "torturare" Sivori. L'asso argentino si vendicò con un fallaccio e Favalli, allo scopo di suggerire all'arbitro i dovuti provvedimenti disciplinari, rotolò per le terre simulando danni inesistenti.
E' a questo punto che le cose presero una brutta piega: dalle retrovie azzurre arrivò di gran carriera la cavalleria pesante nella persona dello stopper Dino Panzanato. Fisico granitico, marcatore implacabile, era il propotito del difensore addetto alla marcatura stretta della prima punta avversaria. Panzanato si portò sul luogo dello scontro e stampò con estrema violenza i tacchetti di una sua scarpa sulla guancia dell'avversario a terra. Intervenne, a questo punto, la fanteria pesante avversaria, nella persona di Sandro Salvadore, altro difensore granitico, nazionale titolare. Lo juventino colpì con un pugno Panzanato stendendolo "al tappeto". Il biondo difensore azzurro si rialzò e colpì con due pugni Salvadore.
I due panzer furono divisi e mandati, in compagnia di Sivori, anzitempo negli spogliatoi. Le immagini che si possono trovare in giro, e che anche noi pubblichiamo, si riferiscono a questi momenti. Ma il peggio doveva ancora arrivare: nello scendere le scalette che portavano negli spogliatoi, Panzanato aggredì di nuovo Salvadore dando luogo, stando alle testimonianza dei presenti, ad un'ulteriore vergognosa colluttazione.
Risultato:
Panzanato: cinque punti di sutura e nove giornate di squalifica;
Salvadore: venti punti di sutura e quattro giornate di squalifica;
Sivori : sei giornate di squalifica.
A seguito di questa partita e, soprattutto, della squalifica ricevuta e ritenuta ingiusta, il grande Omar Sivori abbandonò il calcio giocato e fece ritorno in Argentina.