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I reggimenti svizzeri del Regno napoletano



Francesco Maurizio di Giovine, autore dell'articolo pubblicato dalla rivista l'Alfiere e di cui proponiamo uno stralcio, solleva un quesito: qual è l'origine di alcuni cognomi napoletani "tedescheggianti"?
La risposta sta nel lungo soggiorno a Napoli dei reggimenti svizzeri, reggimenti che costituivano l'ossatura fondamentale dell'esercito borbonico. Questa circostanza spiega anche la toponomastica di alcune zone a monte della Riviera di Chiaia.
Ringraziamo Eduardo Vitale per l'autorizzazione alla pubblicazione.


Chi ha la ventura, per necessità o per curiosità, di sfogliare l'elenco telefonico di Napoli può incontrare cognomi che si allontanano dalla corrente lingua nazionale, come Haller, Seller o Miiller. La mente giustifica prontamente queste intrusioni addebitandole al sempre più celere processo di globalizzazione. Difficilmente si pensa di incontrare cognomi che appartengono a persone ormai napoletanizzatesi da un secolo e mezzo perché discendenti da uomini che fecero parte dei Reggimenti Svizzeri e che per l'amore verso la nostra terra e per il buon ricordo delle sue antiche istituzioni vollero stabilirvisi per sempre.
Dopo la rivoluzione del 1821 vi fu l'occupazione militare del regno da parte dell'esercito austriaco, come previsto dagli accordi scaturiti dal Congresso di Vienna. L'occupazione fu lunga e costosa. Vi pose rimedio Francesco I sostituendo le truppe austriache con quelle svizzere assoldate direttamente dallo Stato e poste alle dipendenze del Re.
Fu l'occasione propizia per liberare il regno dalla pressione austriaca che, per quanto proveniente da una potenza alleata del governo Napoletano, era pur sempre una pressione straniera nella politica interna del Paese.
L'ingresso dei Reggimenti Svizzeri nel Regno fu la conseguenza di una serie di Capitolazioni della durata di 30 anni, stipulate nel 1827 e nel 1829 con il governo federale Svizzero e, successivamente, con vari governi cantonali, da parte del Governo Napoletano, rappresentato dal principe Paolo Ruffo di Castelcicala, un diplomatico di provata fedeltà alla istituzioni patrie.
Il mondo militare svizzero forniva da secoli contingenti armati agli Stati Europei. Se ne era servita l'Inghilterra, la Francia ed i vari regni della Germania. I militari svizzeri, per le vicende legate al turbine della rivoluzione francese, avevano maturato uno spirito antirivoluzionario che li accomunava e questo sentimento era la conseguenza diretta dell'eccidio che avevano subito nel difendere la causa di Luigi XVI negli ultimi giorni della monarchia francese. Gli Svizzeri subirono un duro massacro a Parigi nel 1792 e questa storia fu sempre tramandata tra tutti i reparti che servivano all'estero proprio per essere fatta propria dai contingenti che tempo dopo tempo si alternavano nel prestare il servizio in armi.
Era la Tradizione del Corpo che veniva ricordata anche nelle canzoni reggimentali. La verifica dello spirito antirivoluzionario degli Svizzeri venne fatta a Napoli durante la mancata apertura del parlamento il 15 maggio del 1848 ed il conseguente stato di guerra con l'innalzamento delle barricate nel centro della Capitale. Furono i Reggimenti Svizzeri a ripristinare l'ordine borbonico, pagando un tributo di sangue non indifferente.


Cartina della zona di Chiaia dove avevano sede i Regimenti Svizzeri

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