Da qui puoi andare direttamente al contenuto principale

tre foto della campania e logo quicampania
icona per aumentare la dimensione dei caratteriicona per diminuire la dimensione dei caratteri

Di corsa per i Campi Flegrei!



(di Nunzio Esposito; puoi vedere la "mappa" del percorso a questo indirizzo: http://www.gmap-pedometer.com/?r=3750377 )
Una foto del nostro amico Nunzio Una foto del nostro amico Nunzio


Mi chiamo Nunzio, sono un podista amatore (saluto affettuosamente chi mi conosce). Vorrei contribuire, raccontando la mia personale esperienza, a sollecitare tutti a praticare questo sport. Credo possa essere utile descrivere luoghi e percorsi che abitualmente utilizziamo per correre, siano essi conosciuti e meno, riportando se necessario, riferimenti utili.
Correre, una passione che mi ha preso da qualche anno, (grazie ad un caro amico), ha come piacevole esigenza, quella d'individuare luoghi e strutture sul territorio per potersi allenare. Le strutture esistenti, che conosco e ho utilizzato: lo Stadio S. Paolo (fruibile ancora per poco se, come si dice, sarà eliminata la pista), il Collana e il Virgiliano, (comodi certamente per chi vi abita vicino, un po' meno per me).
Per quanto mi riguarda, trovo le piste, valide di sicuro per gli allenamenti corti e veloci e per  le ripetute,  un tantino noiose quando ci si deve allenare oltre i 15 km. Per questo, per gli allenamenti necessari alle lunghe distanze, ad esempio, per la preparazione a una maratona, penso che dei marciapiedi e della strada bisogna farne di necessità virtù. Conoscere quindi, quali sono i luoghi utilizzati per gli allenamenti su strada da ciascuno di noi, gli itinerari preferiti, con, possibilmente, la sottolineatura di eventuali pericolosità, dei vantaggi, ed anche delle sensazioni percepite, può risultare utile a tutti.

Questo che descrivo è uno dei percorsi che prediligo, quando appunto voglio prepararmi per una maratona. 

Abito a Fuorigrotta in una traversa nei pressi dello Stadio S. Paolo; solitamente la domenica è la giornata dedicata al lunghissimo. Quando le giornate volgono al bello, man mano che il caldo diventa sempre più percepibile sin dalle prime ore del mattino, tendo ad anticipare l'uscita, normalmente tra le 7 e le 8. Cosi, espletati i rituali di prima colazione, bagno, scelta dell'abbigliamento adeguato alla temperatura esterna, dopo qualche esercizio di stretching, esco dal portone di casa, "strucco il botton" del cronometro, e via di corsa.

Una premessa: sono "armato" di un Polar 625, apparecchio che opportunamente tarato, mi comunica il completamento di ogni KM e mi fornisce l'indicazione della velocità istantanea.

Dopo circa 30mt, svoltato l'angolo, con lo Stadio alla mia destra, sono sul marciapiede di via G. B. Marino in direzione del grattacielo del Politecnico d'Ingegneria Federico II. L'aria fresca del mattino è frizzante e mi fa sentire carico, "ho tutta l'energia di cui ho bisogno".  Percorro via Lepanto, viale Augusto e Piazzale Tecchio fino alla coincidenza di via Giulio Cesare. Qui, l'attraversamento della strada non è facile, per fortuna c'è il semaforo e al mattino non ci sono molte auto; cerco di far coincidere, rallentando o accelerando, il mio passaggio sulle strisce pedonali allo stop delle auto (credo che qualche lettore che mi conosce, a questo punto starà ridendo). NDR (Nunzio, in più di un'occasione, mentre correva ha avuto un "frontale" con auto di passaggio…).

Eccomi, in direzione di Bagnoli, sul rettilineo di via Diocleziano; qui il marciapiede è largo, e, a parte qualche cacca di cane da evitare, non ci sono difficoltà. All'altezza della chiesetta S. Maria del Riposo, sono al mio primo km. Anche per i prossimi due dovrei andare lento, a un ritmo di almeno 15" in più di quello medio da tenere(5'15'' al km).
Superato l'incrocio con via Cavalleggeri, il nuovo marciapiede si stringe e conviene tenersi sul margine della strada. Il rischio è ridotto se ci si mantiene nel verso opposto a quello di marcia delle auto.
Vedo il ponte di Agnano, 50mt prima rilevo l'indicazione del 2° km. Superata la breve oscurità, uscendo dal sottoponte, si ha la sensazione come se la strada si allargasse, forse perché le case qui sono più basse, e arriva più luce. A sinistra un lungo muro  nasconde alla vista il grande spazio, oggi libero, del vecchio complesso industriale dell'Italsider (speriamo tutti che tale spazio venga utilizzato intelligentemente in futuro).
A destra alcuni palazzetti ristrutturati, ricordano per lo stile, una Bagnoli che fu luogo di villeggiature. Su questo rettilineo, in lieve pendenza, sento le gambe girare facili, la mente si libera dai pensieri quotidiani, aumenta la percezione del mio "IO".  Mi accorgo che sto andando più veloce (5'09'') rispetto al ritmo da tenere. Alla fermata dell'autobus, sul marciapiede di fronte, a circa 150mt prima del fondo della strada, arrivo al terzo km. Svolto a destra, lungo il litorale di Bagnoli; l'odore del mare, le case, tutto mi è familiare. Riaffiorano alla mente ricordi d'infanzia: una volta, tanti anni fa su questi lidi ci facevo i bagni (sono nativo di Bagnoli). Proseguo sulla via Napoli in direzione Pozzuoli, attraversando il mitico litorale dei campi flegrei.  E' bello il lungo mare della Pietra, il marciapiede è un po’ stretto, ma l'aria è buona e l'occhio spazia piacevolmente sull’ampio orizzonte del mare da una parte, mentre dall'altra lo sguardo si sofferma su qualche vecchio edificio riattato ad alberghetto o ristorante e su alcuni brevi tratti di collina, dove s’intravedono ancora piante di fichi d'india e capperi, tipicità residuali di macchia mediterranea. Lungo questo tratto di costa che unisce Napoli a Pozzuoli sono tanti quelli che vengono a correre. Alcuni li conosco, altri li ho intravisti quando ci si ritrova ingabbiati prima dello sparo di partenza o lungo il percorso in qualche gara podistica. Qualche viso mi è ben noto, (Pietro, Ignazio, Gennaro), sono amici runners, con i quali scambio cenni di saluto e sguardi di conoscenza.
Gli alberelli posti lungo il marciapiede, che danno un minimo d'ombra, raggiungono il massimo della loro foltezza a inizio estate, prima di essere potati. Mi diverte, correndo, sfiorarli con il cappellino bianco con la visiera, che metto per proteggermi dal sole, e sorrido, pensando alla poca foltezza che invece ha raggiunto la mia testa canuta.
Così anche il quarto, il quinto e il sesto km sono superati. Da qui, una leggera discesa tende a far girare più velocemente le gambe, portandomi verso il lungomare di Pozzuoli, il cui muretto in fondo coinciderà con il mio settimo kilometro.
Dopo la sua recente ristrutturazione, lo spazio rinnovato dei giardini pubblici è molto frequentato. A prima mattina, tanti sono quelli che scorgo a praticare attività sportive o a portare il fido cane a spasso. Più tardi, al ritorno dal mio lunghissimo, invece sarà maggiore la presenza di genitori con bambini e nonni con nipoti, per passeggiate all'aria aperta, gelato compreso. La sera poi, tutta la zona è nuovamente piena di gente, per i tanti bar, ristoranti e pizzerie.
La salita verso il cuore dell’antica Puteoli, alcuni resti di mura Greco-Romane, le strette stradine, il passaggio davanti al Tempio di Serapide, mi fanno pensare quanto siano pervasi di Storia questi luoghi.
Il bradisismo, innalzando il suolo, ha fatto riemergere, ormai quasi del tutto, le colonne del Tempio prima semi affondate, sulle quali restano visibili, i segni nel tempo dei diversi livelli di sommersione.
Superata la stazione della Cumana di Pozzuoli, l'ex mercato del pesce, all'altezza dello stazionamento dei pullman locali, chiudo l'ottavo chilometro, proseguendo in direzione di Arco Felice. I due chilometri e mezzo per arrivarvi, sono caratterizzati, prima del ponte, da un largo e solitario marciapiede costeggiato da un muro pieno di erbacce e rovi spinosi, dove mi ritrovo quasi sempre in piena concentrazione con me stesso. Nel secondo tratto dopo il ponticello lungo il rettilineo, spesso incrocio altri runners che vanno in verso contrario al mio.
Ricordo che in un'occasione, subito dopo la fermata della Cumana di Arco Felice, nella curva ho provato una gran paura: ho visto un branco di cani randagi e dall'aspetto poco rassicurante, che per fortuna si sono accorti di me tardi. Cosi, mentre alcuni abbaiavano e qualcuno tentava di attraversare la strada per aggredirmi, bloccato fortunatamente dal provvidenziale passaggio di qualche auto, ho accelerato il passo, riuscendo ad allontanarmi sano e salvo.
Dal crocevia di Arco Felice verso il Lago di Lucrino, la strada, nel primo tratto alberata e in salita, ridiscende poi con una lieve pendenza, che allevia il senso di stanchezza accumulato, consentendomi di recuperare.  Anche questa parte del percorso è molto bella, ricca di luce e di verde; arriviamo quindi alle porte della terra del Mito! Chi non è del luogo non sa che ci troviamo ai piedi del Vulcano più giovane dei Campi Flegrei, il Monte Nuovo, sorto, sembrerebbe intorno al 1500, in pochi giorni, dopo violentissimi terremoti (qualcuno dice in una sola notte).
Al crocevia di Lucrino penso che se svoltassi a destra, verso il mitico lago d'Averno, percorsi i bellissimi 2800 mt circa di girolago, potrei a ritroso rifare il percorso verso casa, ma percorrerei in tutto "solo" circa 25 km. e io oggi ne devo fare di più!  

Quindi continuo dritto per Baia e Bacoli lungo il marciapiede di via Miliscola, costeggiando la recinzione della Cumana; qui le cabine in muratura di alcuni lidi nascondono la vista del mare. Supero quindi l'ingresso del Play Off, visibile alla mia destra sul lato opposto della strada (siamo al mio dodicesimo km), la pompa di benzina e l'imbocco dell'ingresso al sito termale delle Stufe di Nerone.
Inevitabilmente a questo punto devo ridurre il ritmo di corsa, per affrontare col giusto passo, la salita che piegando a sinistra,  in curva s'inerpica sotto la collina, verso punta dell'Epitaffio, dove, coperta da una recente costruzione, insistono i resti di una villa di epoca romana prospiciente il tratto di mare.
In queste acque sono ben visibili i resti archeologici dell’antica Baiae. Secondo la leggenda, il suo nome riviene da Bajos, un compagno di Ulisse, che qui fu sepolto.
In epoca romana, come testimoniato dai resti di ricche ville, fu luogo di riposo e di villeggiatura frequentato da patrizi romani; la località era, infatti, famosa per le sue calde acque termali, rinomate per la cura delle malattie. L'attuale Baia, delizioso minuto borgo marinaro, è ovviamente ricca di siti archeologici importanti (Tempio della Sibilla Cumana, Le Terme, il Tempio di Venere). Baia è sempre gradevole, nonostante d'estate il suo minuto porticciolo sia affollato da imbarcazioni da diporto grandi e piccole.
Mentre corro, la mente mi riporta al sapore dei deliziosi gelati gustati al chiosco in piazzetta. Più avanti nella curva dopo il Tempio di Venere, sembra quasi sentire l'odore degli spaghetti ai frutti di mare, mangiati qualche sera fa da queste parti. Ho l'acquolina in bocca, il ricordo di tante cose buone mi ha messo fame, è il caso di addentare una mezza barretta all'arancia e bere un sorso d'acqua.
(Quando corro oltre i 16-18 km porto con me almeno una piccola bottiglia d'acqua; se invece devo superare i 28-30 km, porto una bevanda isotonica tipo Gatorade e almeno due barrette di Maltodestrosio o una bustina di Enervit-sport-gel).

Il lungo rettilineo mi porta sotto il castello Aragonese di Baia, dove iniziano i tornanti in salita verso Bacoli. A piccoli passi costanti arrivo in cima, da via Castello passando per l’ultimo tratto di via Roma; da qui è tutta discesa lungo via Risorgimento fino ai giardini pubblici di via Lungolago, dove raggiungo il mio 17°km. Mentre riprendo la strada del ritorno, salendo via De Rosa nel primo tratto, seguita da via Ercole, rifletto sull'importanza avuta da Bacoli, o come veniva chiamata al tempo dei romani "Bauli": lo testimoniano alcuni resti archeologici d'indubbia rilevanza come la "Piscina Mirabilis" e le "Cento Camerelle", veri e propri depositi d'acqua, portata dalle mitiche condotte degli acquedotti romani e utilizzata per l'approvvigionamento in loco e delle navi.
L’ultimo tratto di via Roma nella parte alta di Bacoli, mi riporta sulla strada del Castello di Baia da dove sono arrivato. Adesso che sono in discesa e sento le gambe girare ancora bene, penso agli altri 17 km che mancano al ritorno a casa, ma sento di potercela fare!

INVIACI UN COMMENTO

Aspettiamo i tuoi suggerimenti, le tue critiche, i tuoi commenti!


SEGNALA AD UN AMICO

Se il sito o un articolo ti sono piaciuti, perchè non dirlo ad un amico?