Mario Cozzoli è un amico di Quicampania; ha scritto per noi diversi articoli, tra i quali ricordiamo, ad esempio, il bellissimo racconto Fenesterelle, Funtanelle; oggi ci racconta del suo papà, Michele Cozzoli, un importante musicista napoletano del dopoguerra, prematuramente scomparso nel 1960 all'età di 45 anni.
Partiamo subito con un vero e proprio scoop. Ecco il racconto.
Siamo negli anni '90, Mario e suo fratello si trovano nel salone della SIAE di Napoli; qui incrociano il grande Aurelio Fierro; il famoso cantante già conosceva il fratello di Mario ed era stato un amico del loro papà, Michele. Nel salutare Mario, che gli viene presentato in quel momento, comincia a canticchiare Malafemmena; si interrompe e domanda al nostro amico:
"Ma tu lo sai di chi è questa canzone?"
"Del grande Totò", la ovvia risposta.
Aurelio Fierro: "Tu non sai niente!". E prosegue.
"Questa canzone è di tuo padre! Eravamo a Torino, seduti in un ristorante, io, il vostro papà e Totò. La sera prima il Principe aveva dato a vostro padre il testo di una poesia, Malafemmena, e papà, davanti a me, gli consegnò il suo lavoro, la partitura per quella canzone. Totò pagò mille lire."
(NDR: Incredibile! Malafemmena, la canzone più importante di Totò, stando a questo racconto, sarebbe stata musicata non dal Principe ma da Michele Cozzoli!)
Mario ci tiene a sottolineare che il papà non parlò mai con lui di questa vicenda e che quindi tutto quello che sa, e che ci sta raccontando, è quanto Aurelio Fierro gli raccontò tanti anni fa. D'altronde, sottolinea, anche secondo la versione di Aurelio Fierro, Totò aveva acquisito i diritti di quella musica, avendone perfezionato l'acquisto pagando mille lire.
Ma chi era Michele Cozzoli, al di là di questa storia intrigante?
Michele Cozzoli nasce a Napoli nel 1915; perde il padre da ragazzo e viene accolto presso l'Albergo dei Poveri, istituzione che all'epoca svolgeva un importantissimo ruolo sociale: ospitava e accompagnava negli studi ragazzi poveri ed orfani. Michele ne esce a 18 anni diplomato
in violino, pianoforte e composizione. Dopo diversi anni, a cavallo della guerra mondiale, interamente dedicati alla musica, raggiunge finalmente negli anni '50 la notorietà.
Il suo lavoro è fortemente legato al mondo del cinema: cura, infatti, le colonne sonore di un gran numero di film dell'epoca: Nonna Sabella, La nipote di Sabella, Maruzzella, Totò, Peppino e le fanatiche, alcuni film di Nazzari; una sua canzone, Lasciami cantare una canzone, arriva terza a un Festival di Sanremo. Sua anche Chitarra mia, scritta con Totò. Molto famosa anche Il pericolo numero uno, presentata anch'essa a un Festival di Sanremo. Ricchissima, ovviamente, la produzione di canzoni per il Festival di Napoli e per quello di Piedigrotta.