Allora l’Europa Unita non c’era ancora…o certe cose nessuno gliele andava a riferire.
Così lei poté campare tranquilla: la mummarella.
Voi adesso mi direte che, per contenere l’acqua, sono sempre esistiti quei piccoli orci di terracotta e li hanno usati e li usano in tutto il mondo. È vero, ma la mummarella… no, quella è un’altra cosa. Lei fu creata per mantenere fresca un’acqua che era solo nostra: l’acqua ferrata.
Figlia di un dio e di una sirena.
Un’acqua dal sapore antico.
Per prima, aveva addolcito la lingua del colono greco arrivato dal mare.
Aveva percorso le campagne della Gallia e le assolate pianure della Giudea nella sacca di un legionario romano, pronta a placarne la sete.
Aveva traversato l’oceano nella stiva del galeone che portava un avventuriero spagnolo in cerca di gloria e di fortuna in terre lontane.
Un’acqua democratica.
Accostando, un giorno, le labbra alla stessa creta fresca, la bella signora con l’ombrellino di seta sentì il sapore di un giovane pescatore dai capelli ricci che odorava di mare e di gioventù; in quegli occhi neri smarrì i suoi occhi azzurri.
Un’acqua imparziale.
Seduto di fronte al mare, l’aveva assaporata, prima di partire col suo re, il soldato calabrese sceso dal vicino palazzo reale: ogni sorso, un bacio a Concettina, la bella contadina lasciata giù al paese.
Di fronte al mare, l’aveva bevuta un giovane bersagliere venuto dal nord, pensando alle labbra fresche della tosa lontana.
Ancora di recente, aveva dissetato l’operaio che, col fazzoletto rosso al collo, tornava dal comizio di Togliatti; aveva rinfrescato un parroco di provincia che guidava i parrocchiani al comizio di De Gasperi; aveva raffreddato gli ardori degli infiammati seguaci di Almirante.
Un’acqua eterna.
Era eterna Marietta: la sacerdotessa della mummarella.
Marietta non la vendeva l’acqua: la elargiva…come in un rito fuori dal tempo.
Dalle sue mani passava nelle tue e nelle mani sentivi, allora, il respiro della vita che percorreva la terra e l’acqua insieme.
Sempre lei, Marietta. Con gli occhi di fiamma in un volto bruno dal sole.
Giù alla Litoranea, la bella strada che accompagna la città al mare, che al mare dà il benvenuto della città.
Attraversando i secoli. Marietta. Senza età.
La stessa che, giovane, un senatore romano aveva strappata ad un mercante greco.
Che era stata un giorno gota e, un altro, bizantina. Era stata normanna, sveva ed angioina.
La volevano tutti Marietta. Piaceva a tutti la sua mummarella.
Un cavaliere l’aveva salvata da un corsaro saraceno. Un viceré spagnolo l’aveva contesa ad un giovane pescivendolo.
Un marinaio americano voleva portarla via con sé.
Era stata di tutti la mummarella di Marietta.
Si era data, con indifferenza superba, ugualmente, a conquistatori e liberatori.
Mai nessuno l’aveva posseduta veramente.
Fresca e saporita, era scorsa per secoli libera quell’acqua magica.
Aveva resistito, serena e sicura nella mummarella affidata dagli dei a Marietta, a invasioni, guerre e pestilenze.
Fragile materia, aveva superato, intatta, i bombardamenti.
Non poté resistere al mondo nuovo.
Un giorno, arrivò l’Europa e decretò: “le bevande debbono essere tenute in idonei contenitori. Deve esserne indicata la provenienza e le proprietà.”
L’acqua ferrata, offesa e spaventata, continuò a scorrere, ma di nascosto.
Oggi, se scendete giù alla Litoranea, ci trovate ancora una donna, dall’età indefinibile, che vende bibite.
Come si chiama? Non importa.
Non si chiama più Marietta.
Non è sacerdotessa e non c’è magia. Dalle sue mani non riceverete l’acqua nella mummarella.
È soltanto una donna che vende bibite. In lattina.