Castelvenere
Castelvenere è un graziosissimo comune del Sannio, adagiato su delle bellissime colline. Ha circa 2500 abitanti. La sua principale caratteristica è la produzione di vino, produzione eccezionale per quantità, per qualità e per numero di vini doc. Parliamo di questa simpaticissima cittadina con il signor Pasquale Carlo, responsabile della pro-loco di Castelvenere.
Quicampania: Abbiamo apprezzato il bel sito della
Pro Loco di Castelvenere, ricco di tante informazioni e indicazioni; noi, però vorremmo chiederle di convincere, con parole sue, un turista della domenica a venire qui da voi, a Castelvenere, a passare una bella giornata.
Pasquale Carlo: Prima di tutto, vorrei fare notare la buona rete di collegamenti di cui usufruisce Castelvenere, perché siamo in sostanza alle porte della superstrada Benevento-Caianello; quest'ultima è collegata agevolmente sia con l’autostrada raggiungibile da Salerno, la Napoli-Bari, sia con l’autostrada A1, Napoli-Caserta. Ma, al di là della facile raggiungibilità, c’è da premettere l’aspetto paesaggistico che è l'attrazione principale per una gita.

Castelvenere: il castello
La vite è un elemento tipico in tutto il paesaggio campano, ma l’estensione e la persistenza di questa coltivazione nell’ambito del paesaggio, così come si presenta a Castelvenere, non si riscontra da nessun'altra parte. Tanto è vero che noi siamo quasi, in percentuale, il comune più vitato della Campania.
Pensate: su 14 kmq di superficie totale del paese di Castelvenere, circa 11 sono ricoperti da coltivazioni a vigneto.
Questo significa un immenso patrimonio di vitigno doc, e un immenso patrimonio di produttori dediti all'agricoltura di qualità. Non a caso, a Castelvenere s'incontrano 18 realtà aziendali dedite all’imbottigliamento, che vanno dalla più grande struttura privata dell’Italia meridionale, con una produzione di 6-7 milioni di bottiglie l'anno, alle aziende di più piccole dimensioni che non raggiungono le 10.000 bottiglie all'anno.
Quicampania: Può ricordare i vini che sono prodotti in questa zona?
Pasquale Carlo: Dicevamo che la particolarità è la grande ricchezza di vini doc. Oltre alla Falanghina e all’Aglianico, che sono in sostanza le cultivar principali dell’enologia sannitica, a Castelvenere, unico comune che produce questa tipologia di vino, troviamo la Barbera del Sannio.
Non a caso i produttori di Castelvenere che partecipano ai concorsi enologici con questo vino, si piazzano sempre nei primi posti. Ma, oltre alla Barbera del Sannio, che è un vino rosso, non va tralasciata la Coda di Volpe che è un altro vino autoctono minore ma di grande potenzialità; una "chicca" è poi rappresentata dall’Agostinella. Anche in questo caso siamo l’unico comune dove ci sono imbottigliatori di Agostinella, che è un vino praticamente unico in tutta la Campania.
Quicampania:: Lei ha incominciato a prendere il nostro ipotetico viaggiatore della domenica per la gola! Abbiamo capito perfettamente: a Castelvenere è possibile bere dell'ottimo vino, scegliendo tra tanti tipi disponibili di cui alcuni DOC. Vino a parte, perché il nostro ipotetico viaggiatore domenicale sarà soddisfatto della sua scelta di passare a Castelvenere una giornata?
Pasquale Carlo: Prima di tutto, per l'aspetto paesaggistico; siamo, poi, alla presenza di un borgo, Castelvenere, non molto grande, 2.500 abitanti, dove tutti si conoscono e dove c’è un’accoglienza che ancora contraddistingue queste zone interne della Campania, un'accoglienza calda e calorosa; io poi non trascurerei l’aspetto culturale.
Quicampania: la gastronomia: cosa propone in merito Castelvenere?
Pasquale Carlo: Abbiamo diversi agriturismi e piccoli ristorantini che propongono alcuni piatti locali della cosiddetta cucina contadina. Per citarne uno, c’è la “scarpella”, un piatto tipico del invernale. Ma ci sono poi le verdure, i legumi, le carni, di cui siamo particolarmente ricchi, visto che siamo praticamente ai piedi dell’Appennino Matese, da una parte, e del Massiccio del Taburno, dall’altra. Ma non dobbiamo dimenticare che Castelvenere è inserita in un bacino gastronomico di tutto rispetto, costituito da tanti altri comuni qui in zona: ricordiamo San Lorenzello, Cerreto, Faicchio, dove abbondano prodotti di prima qualità.
Quicampania: Passiamo all'aspetto culturale; cosa propone Castelvenere?

Castelvenere: una cantina
Pasquale Carlo: Abbiamo un museo della civiltà contadina, che in questo momento è in fase di trasloco in un bel palazzo che l’amministrazione comunale di Castelvenere ha appena recuperato nel centro storico. Viene qui rappresentata, in particolare, la ricca tradizione enologica di Castevenere.
Non dobbiamo poi dimenticare le cantine tufacee, che hanno costituito il primo elemento di attrazione turistica per Castelvenere nel corso degli anni ’80-’90: le cantine tufacee di Castelvenere sono di particolare interesse, sia dl punto di vista della datazione che del numero. Basti considerare che le cantine si sono sviluppate durante tutto il ‘600; rappresentano inoltre un unicum per quanto riguarda la concentrazione in un centro cittadino: nel nostro piccolo centro storico sono state censite oltre 35 cantine scavate nel tufo, e questo, per un paese che nel ‘600 contava solo circa 300 anime, significa che, all'epoca, ogni famiglia aveva la sua cantina. Ed è la testimonianza della storia di un paese, Castelvenere, che da quattro secoli s'intreccia con la sua vinicultura.
Quicampania: Un'ultimissima domanda. Nel corso dell’anno organizzate delle manifestazioni? E in quale periodo?
Pasquale Carlo: Beh, a questo punto è scontato dire che la nostra manifestazione più importante è legata, ovviamente, al vino. La “Festa del vino”, organizzata dalla pro loco di Castelvenere ormai da 33 anni, si svolge nell’ultimo week-and di agosto.

Castelvenere: la locandina della manifestazione enologica
Nell’edizione del 2009 abbiamo proposto la "rassegna dei grandi vini da piccole vigne"; un'iniziativa che ha già fatto parlare di sé e che lo "Slow Food" ha riproposto recentemente alla Mostra d’Oltremare di Napoli. Ma a fianco di questa grande manifestazione estiva, non ne vanno dimenticate altre, che pure rappresentano un grande bagaglio dal punto di vista culturale: il Carnevale di Castelvenere, ad esempio, si basa su una grande tradizione gastronomica, ma anche e soprattutto su rappresentazioni teatrali legate a tradizioni locali, tipo la “rappresentazione dei 12 mesi”, che sono andate scomparendo in tutta la Campania e che resistono soltanto in qualche piccolo anfratto dell’entroterra.
Abbiamo anche una festa tradizionale religiosa, quella di San Barbato, un santo del VII secolo, nato proprio qui a Castelvenere; il 19 febbraio gli si dedica una ricca festa, caratterizzata soprattutto da una gara pirotecnica tra varie ditte della regione, e che vede una grande affluenza di pubblico, anche da altre regioni.
Infine diverse manifestazioni si tengono in occasione del Natale e delle festività estive.