La Chiesa di Santa Maria della Libera
di
Antonio La Gala
La chiesa di Santa Maria della Libera fu fondata verso la fine del Cinquecento nella zona attorno a Via Belvedere, quando il nome “Vomero” cominciava ad apparire nei documenti, riferito limitatamente a quella zona, chiamata per questo, fino ai nostri giorni, “il Vomero Vecchio”.
La chiesa fu fondata, assieme “ad un comodo monasterio” per 12 frati domenicani, dal notabile Annibale Cesareo, che nel 1572 comprò il terreno, poi si dette da fare per superare il divieto di costruzione allora vigente in quella parte “della montagna” vomerese.
Nel 1590 fu posta la prima pietra. Poco dopo, il Cesareo, deluso dal fatto che i frati non rispettavano il patto di riservargli un monumento funerario nella Chiesa, sospese i finanziamenti, dirottandoli, nel 1601, verso la Chiesa detta, dal suo nome, della Cesarea, dove trovò sepoltura in un monumento scolpito da Michelangelo Naccherino. La costruzione della chiesa e del convento di santa Maria della Libera comunque arrivò a compimento.
La Chiesa di Santa Maria della Libera
Nei secoli successivi la chiesa funzionò da succursale, (ausiliaria), della parrocchia di Santa Maria del Soccorso all’Arenella, che fino a metà Ottocento è stata l’unica parrocchia che curava le anime degli abitanti della collina, dai Camaldoli fino a Via Manzoni.
In effetti Santa Maria della Libera è stata nei secoli scorsi la Chiesa di riferimento della zona che da Belvedere arrivava a Villanova.
Il convento dei Domenicani fu espropriato più volte a cominciare dal 1809, fino al 1866, quando diventò di proprietà del Comune.
Dopo di allora l'edificio è stato sede di uffici pubblici, soprattutto di scuole, ricavando locali anche dalla chiusura del chiostro.
Ha ospitato la scuola elementare "Giuseppe Quarati" e la scuola media "Andrea Belvedere".
Fino ai primi del Novecento vi ha avuto sede la "Sezione Municipale Vomero", prima che passasse in Via Solimena 76 (e poi in Via Morghen).
Dopo l’esproprio la chiesa continuò ad essere officiata.
Già malandata, fu danneggiata dal terremoto del 1930.
Nel 1931 fu ceduta dai Domenicani alla Curia.
Eretta a parrocchia nel 1932, fu restaurata e riaperta al culto il 5 maggio 1935. Nel 1991 vi è stato completato un ulteriore restauro. I restauri hanno stravolto la Chiesa originaria barocca della quale restano due cappelle laterali e qualche arredo interno (tele, balaustre marmoree, ecc).
Nel secondo Novecento la lunghezza originaria è stata raddoppiata. Il tetto a botte, è stato reso piano, tranne la cupola sull’originaria area presbiteriale.
Dal portone a sinistra della facciata si accede alla Congrega del Santissimo Rosario del Vomero, di architettura ottocentesca, ma sicuramente di istituzione molto più antica. Infatti compare in un documento notarile del 1623.
Nella Congrega sono custodite le quattro statue dei Personaggi Sacri della processione di Pasqua ad Antignano.
L’ipogeo conserva le antiche sepolture dei confratelli e numerosi reperti di valore storico ed artistico.
In conclusione possiamo dire che la chiesa qui raccontata rappresenta una nobile e significativa presenza storica in una zona resa squallidamente ordinaria dai caseggiati del secondo dopoguerra.