Verso la fine dell'Ottocento per assecondare la nascita e lo sviluppo del nuovo quartiere sorsero al centro del Vomero le principali chiese che oggi vi incontriamo: la parrocchia di San Gennaro in via Bernini, il complesso di San Francesco e il complesso del Sacro Cuore di Gesù in Via Morghen, comunemente indicato come " i Salesiani".
I terreni su cui sorse il complesso erano della baronessa Isabella De Rosis che fra il 1884 e 1885 vi aveva costruito una cappella privata dedicata al Sacro Cuore. La nobildonna donò terreni e cappella ai Salesiani che in quegli anni stavano iniziando ad operare a Napoli. Questi nel 1901 animarono un Oratorio e presero in cura la cappella. Nel 1902 dettero inizio ai lavori per la costruzione della Casa Salesiana. Nel 1904 inaugurarono il "corso regolare delle elementari" con una ventina di convittori. Il primo giugno 1911 fu consacrata la chiesa, elevata pochi anni dopo a parrocchia.
I Salesiani divennero ben presto un alto punto di riferimento per l'educazione giovanile e, con l'Oratorio, un primario centro di aggregazione dei ragazzi vomeresi, anche grazie alle molteplici attività ricreative che vi avevano luogo, nello spirito di Don Bosco per una sana crescita cristiana. Negli anni Trenta animatore dell’Oratorio era il giovane Don Messore, che seguiva molto da vicino, sia nella vita che negli studi, almeno duecento ragazzi, quasi tutti vomeresi, di cui molti gli erano riconoscenti anche perché li aiutava a sfuggire all’invadenza della locale Opera Balilla, che operava in Via Merliani, sotto la guida di un inflessibile gerarchetto.La domenica i ragazzi partecipavano alla Messa accedendo alla Chiesa dall’interno del cortile dell’Oratorio. In cima alla scala, prima di entrare in Chiesa venivano distribuiti panini, caramelle e cibarie che qualcuno cercava di consumare occultamente durante la celebrazione.
Il cortile dell'Oratorio ricorre nei ricordi di molti vomeresi per il campionato estivo di calcio che i ragazzi vi giocavano, con sbucciature di ginocchia prese sulle mattonelle di asfalto del “terreno di gioco”.
Le esigenze di spazio per le attività dei Salesiani nel tempo sono andate crescendo, tanto che alla fine degli anni Sessanta si decise di sostituire il vecchio edificio a lato della chiesa con l'attuale, sede di una apprezzata scuola e di varie e notevoli attività culturali e ricreative, fra cui un teatro.
Fra gli allievi illustri che hanno frequentato i Salesiani del Vomero, merita un particolare ricordo Salvo D'Acquisto, che l'Istituto di via Scarlatti onora con alcune lapidi e raffigurazioni.
Le pareti laterali interne della chiesa ospitano ritratti di santi Salesiani e da esse sporgono busti che raffigurano, quelli nell’arco trionfale, i Santi Pietro e Paolo e quelli delle navate i quattro Evangelisti. I cinque altari sono di puro marmo di Carrara. Quello principale è dono del Papa. Il quadro che raffigura Don Bosco è di Vincenzo Irolli. Gli affreschi nel presbitero, raffiguranti Gesù e la risurrezione del figlio della vedova di Naim, Gesù con i bambini, l’approvazione dell’ordine di Don Bosco, l’apparizione di Gesù a santa Margherita Maria Lacoque, sono opera di Luigi Taglialatela che li dipinse nel 1927. Gli altri dipinti sono dei pittori Aprea, Facchino e Di Domenico.