La statua di Totò ad Alassio
di
Emanuela Catalano
A prescindere...
Sono nella Riviera di Ponente per un periodo di riposo nella casa avita.
Ma sono sempre la siculo/ligure con ascendenze partenopee prepotentemente aggallanti dovute, cromosomicamente, ad una nonna nata a San Biagio dei Librai, e rinforzate da venticinque anni di intelligente educazione impartita senza parere da un nonno adottivo di Acerra; un padre attento e amoroso ha suggellato il connubio portandomi prima a teatro che a scuola, facendomi conoscere Eduardo prima delle tabelline.
La simpatica cittadina ligure
Non posso disconoscere le mie radici liguri, l’amore e l’educazione impartitami dal mio nonno ligure 100%, il dialetto amato e praticato, tramandato a mio figlio, ma Totò, il Principe, non si tocca.
In questa estate metereologicamente soffocante e finanziariamente agghiacciante le pagine dei quotidiani, almeno qui nella Riviera di Ponente, hanno, fino ad ora, fatto “notizia” con Totò, anche se, a stretto rigor di logica con gli eventi accaduti, ciò risulta inspiegabile, perché qui siamo a Nord e Totò del Nord non è!
Il busillis della bagarre estiva è tutto qui: un sindaco ahimè poco brillante nel pensiero e molto vendicativo politicamente, dopo tre soli mesi dall’insediamento, senza curarsi dei problemi concreti dei cittadini di Alassio, città al “Bacio” della Riviera Ligure, decide di rimuovere la statua dedicata a “Totò Principe della risata” posta in un giardino alassino appena due anni fa, dalla precedente giunta comunale, ovviamente di altra fede politica: ça va sans dire!
L’oltraggio più grave si riversa non certo sull’Artista, grandissimo al punto da non aver neppur bisogno di essere difeso, e neppure sulla giunta comunale ormai sostituita, perché come si dice: “Passata la festa gabbato lo Santo”, ma sullo sciagurato politico che attuando il suo progetto “storico/cultural/rivendicativo” ha fornito la seguente lapidaria motivazione alla rimozione del manufatto artistico: “Totò non è nato ad Alassio!”, dalla quale si evince che nonostante la attuale militanza nel PD, la matrice leghista di questo personaggio politico non è perduta.
La bagarre è partita tra profferte di “Asilo Politico” per il busto ostracizzato, verso porti “franchi” come Cuneo o Firenze, o con suggerimenti da parte di persone più o meno note che, anche sull’onda dei festeggiamenti dell’Unità d’Italia, propongono una eguale “catarsi” per altre titolazioni ovunque presenti e non più pertinenti rispetto alle motivazioni addotte dal primo cittadino gaffeur.
L'oggetto dello scandalo: la statua; NDR:diciamo la verità, alquanto bruttina; non si erano sprecati...
Basti pensare alle tante “Piazze Cavour” (o Càvur secondo le locali dizioni, come ricorda Renzo Arbore) poste fuori dalla capitale piemontese, per non parlare di piazze o vie intitolate a Giuseppe Garibaldi che dovremmo rimandare diritte al mittente, cioè a Nizza, in Francia! E che dire poi di Costantino, che era trace (e non truce, come ci suggerirebbe ammiccante Totò!), o di certe ampie vie intitolate da zelanti giunte: Corso URSS, una realtà non geografica inerente una nomenklatura non certo italiana e che sopravvive nonostante la storia abbia cambiato politicamente i nomi e i governi di queste terre.
Insomma un’unica voce da ogni angolo d’Italia, dall’Alpi al Lilibeo (per citare un poeta dimenticato ma sempre caro, Giuseppe Giusti) si è levata per difendere la memoria del Principe.
Il Sindaco di Alassio peraltro ha proseguito imperterrito nel suo progetto ponendo nella collocazione che è stata del Principe De Curtis un nuovo busto, dedicato ad un alassino “doc”, il Conte Morteo, benefattore del comune, a tutti sconosciuto.
Così quel sindaco, a suo modo ha creduto di chiudere la vicenda, pur lasciando ancora in sospeso una eventuale asta del busto espunto, allo scopo di ricavare non meno di 15000 euro, tanto per rinfocolare le più bieche storielle sull’avarizia ligure!
Infine, successivamente e ormai a polemiche spente, sulla vicenda ha aggiunto un breve ma incisivo intervento il neo sindaco partenopeo che ha saputo, con grande delicatezza chiudere il circolo vizioso di questa sudaticcia notizia estiva.
Dice De Magistris che la vicenda ha ancora una volta dato l’opportunità di evidenziare, se mai ve ne fosse stata necessità, che: “A prescindere, Totò unisce gli italiani!” e sottolineo io, perchè è un Artista italiano nativo di Napoli.
Quasi dimenticavo, Alassio, naturalmente non è una città al “Bacio” per questa vicenda, ma per la specialità dolciaria locale i benemeriti “Baci di Alassio” che anche il Principe De Curtis degustava nei suoi frequenti soggiorni alassini e che forse il sindaco, non conosce, visto che ha l’ ”amaro” in bocca!
Finale Ligure 7 Settembre 2011
Emanuela Catalano, artemanuela.it