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Signori si nasce e io, modestamente, lo nacqui!



Eccola qui l'ennesima battuta, l'ennesima frase di Totò divenuta celebre e di uso comune: "Signori si nasce e io, modestamente, lo nacqui!" (per la precisione, la frase esatta è "Signore si nasce ed io lo nacqui, modestamente!").
Il film è Signori si nasce, il personaggio interpretato da Totò è quello di Ottone degli Ulivi, meglio conosciuto con il nome di battaglia di "Barone Zazà".
Totò conferisce una sua precisa caratterizzazione al personaggio del barone: andatura dinoccolata (già l'avevamo potuta apprezzare in un altro personaggio, in Totò a colori, in una scena ambientata a Capri), parlare "raffinato" con la "r" moscia. Il parlato stesso poi si impreziosisce con la ripetizione voluta di piccole frasi e per il ricorso frequente ad alcune battute, sempre le stesse; ricordiamo, tra queste, "ti avevo messo su un piedistallo" per comunicare ad una persona che lo aveva deluso e "peccato che l'ho sprecata" pronunciata sempre dopo una battuta o una barzelletta.
Questo personaggio verrà poi "copiato" anni dopo da un ottimo attore, Enrico Montesano.
Ma la frase più famosa del barone Zazà è senza dubbio "Io sono un signore e signori si nasce ed io, modestamente, lo nacqui!". La frase è proposta dal Barone quando viene cacciato dal Circolo, di cui faceva parte, per morosità; con queste parole il Barone vorrebbe far intendere che lui è un nobile mentre gli altri soci no, e pertanto è lui a voler andar via da quel consesso che non lo merita e non viceversa.

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