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Il monologo del caffè



Il Monologo del caffè è probabilmente la scena più famosa della commedia Questi fantasmi.

Siamo all'inizio del secondo atto e, in un raro momento di tranquillità, Pasquale Lojacono, il protagonista della commedia, siede fuori uno dei 68 balconi della casa che ha affittato, per prepararsi il suo caffè!

Il suo interlocutore è il Prof.Santanna, il famoso dirimpettaio di casa Lojacono.

Nel monologo del caffè vi è l'esaltazione tutta napoletana di un rito quotidiano, quasi sacro, in grado di conferire un momento di felicità a qualsiasi uomo.
Pasquale Lojacono assaggia il suo caffè: è cioccolata! Pasquale Lojacono assaggia il suo caffè: è cioccolata!
Ecco il testo del monologo del caffè (tratto dal Volume primo, Cantata dei giorni dispari, a cura di Anna Barsotti, edito da Einauidi):
"Sul becco io ci metto questo coppitello di carta... Pare niente, questo coppitello, ma ci ha la sua funzione... E già, perché il fumo denso del primo caffè che scorre, che poi è il più carico, non si disperde. Come pure, professo', prima di colare l'acqua, che bisogna farla bollire per tre o quattro minuti, per lo meno, prima di colarla, vi dicevo, nella parte interna della capsula bucherellata, bisogna cospargervi mezzo cucchiaino di polvere appena macinata. Un piccolo segreto! In modo che, nel momento della colata, l'acqua, in pieno bollore, già si aromatizza per conto suo. Professo', voi pure vi divertite qualche volta, perché, spesso, vi vedo fuori al vostro balcone a fare la stessa funzione. E io pure. Anzi, siccome, come vi ho detto, mia moglie non collabora, me lo tosto da me. Pure voi, professo'?... E fate bene... Perché, quella, poi, è la cosa più difficile: indovinare il punto giusto di cottura, il colore... A manto di monaco... Color manto di monaco. È una grande soddisfazione, ed evito pure di prendermi collera, perché se, per una dannata combinazione, per una mossa sbagliata, sapete... ve scappa 'a mano 'o piezz' 'e coppa, s'aunisce a chello 'e sotto, se mmesca posa e ccafè... insomma, viene una zoza... siccome l'ho fatto con le mie mani e nun m' 'a pozzo piglia' cu' nisciuno, mi convinco che è buono e me lo bevo lo stesso. Professo', è passato. (Assaggia il caffè) Caspita,chesto è ccafè... È ciucculata. Vedete quanto poco ci vuole per rendere felice un uomo: una tazzina di caffè presa  tranquillamente qui, fuori... con un simpatico dirimpettaio..."



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