Quicampania: Come si spiega questa concentrazione di artigiani in via San Gregorio Armeno e nelle stradine limitrofe?
Giannotti: E' un caso. Come spesso si verificava per tante arti e tanti mestieri, si erano formate a Napoli delle zone dove buona parte degli artigiani che si occupavano della stessa materia accentravano le proprie attività. Tenga presente, poi, che la Napoli del '700 e anche dell'800 poteva contare su un centro limitato, tutto sviluppato intorno ai Decumani. Il mio bisnonno, ad esempio, iniziò la sua attività nella seconda metà dell'800 in via San Gregorio Armeno 13; poi ci siamo spostati nel Vico Santa Luciella, a 100 metri di distanza.
Quicampania: Parliamo del Presepe; in particolare vorremmo capire come e quando il fenomeno presepe sia divenuto popolare. Per tanti secoli la costruzione dei presepi è stata appannaggio esclusivo, o quasi, delle famiglie reali e delle grandi Chiese; poi il presepe è divenuto una delle tradizioni popolari più diffuse nelle case dei napoletani, in quelle più ricche ma anche in quelle più povere. Il famoso presepe di Eduardo in Natale in casa Cupiello rappresenta probabilmente la più celebre testimonianza della popolarità di questa tradizione.
Giannotti: il presepe napoletano ebbe il suo momento di massimo sviluppo tra il 600 e il 700. Parliamo inizialmente del presepe cosiddetto "ricco": è il presepe caratterizzato da un'eccezionale opulenza, da pastori alti mediamente sui 40 cm., ciascuno vestito con preziosissimi abiti appositamente confezionati. Ma già nel '600, e poi soprattutto nel '700, alcune famiglie nobiliari napoletane, seguite nei decenni successivi progressivamente anche dalle famiglie borghesi più importanti, incominciarono ad allestire presepi nelle proprie abitazioni gareggiando nella preparazione dell'esemplare più bello, più ricco. Si racconta di molte famiglie nobili cadute in disgrazia per le eccessive spese sostenute per battere la concorrenza.
Più o meno con questo primo diffondersi della tradizione, il presepe cambia anche fisionomia; il presepe "ricco" cede il passo al presepe "povero"; quest'ultimo è caratterizzato dall'inserimento di quadri, scene e personaggi popolari, dall'accostamento del profano al sacro. Anche la scena della Natività muta; si passa dalla collocazione dei protagonisti della Natività in un tempio, magari con colonne sgretolate dal tempo, a simboleggiare la sconfitta del paganesimo, a una più povera e caratteristica grotta. L'incontro tra queste due anime, sacra e profana, è evidente nel famoso e grandioso Presepe Cuciniello, oggi esposto presso il Museo di San Martino, donato allo Stato dall'Architetto Cuciniello che lo aveva ereditato dal padre.
Quindi il presepe opera d'arte riservata ai grandi del Regno, si diffonde progressivamente prima presso le famiglie più ricche per poi arrivare, poco alla volta, nelle case di tutti i napoletani.
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Il Presepe Napoletano : i Pastori
Il Presepe Napoletano : i luoghi