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Il Presepe napoletano

(la popolarità, la struttura)



L'esposizione esterna di Giannotti in vico Santa Luciella L'esposizione esterna di Giannotti in vico Santa Luciella


La famiglia Giannotti appartiene alla ristrettissima cerchia di famiglie napoletane che, da diverse generazioni, sono dedite alla produzione artigianale di presepi e pastori.

Quella di Vincenzo Giannotti è la quarta generazione della sua famiglia ad occuparsi di arte presepiale.

Abbiamo chiesto a Vincenzo di accompagnarci alla scoperta di questo fantastico mondo.

Oggi ci parlerà, in particolare, della struttura del Presepe.







San Gregorio Armeno, la popolarità del Presepe


Quicampania
: Come si spiega questa concentrazione di artigiani in via San Gregorio Armeno e nelle stradine limitrofe?
Giannotti: E' un caso. Come spesso si verificava per tante arti e tanti mestieri, si erano formate a Napoli delle zone dove buona parte degli artigiani che si occupavano della stessa materia accentravano le proprie attività. Tenga presente, poi, che la Napoli del '700 e anche dell'800 poteva contare su un centro limitato, tutto sviluppato intorno ai Decumani. Il mio bisnonno, ad esempio, iniziò la sua attività nella seconda metà dell'800 in via San Gregorio Armeno 13; poi ci siamo spostati nel Vico Santa Luciella, a 100 metri di distanza.

Un esempio attuale, in piccolo, di una struttura del tipo "ricco" che andava di modo una voltaUn esempio attuale, in piccolo, del presepe "ricco" con le colonne di un tempio

Quicampania: Parliamo del Presepe; in particolare vorremmo capire come e quando il fenomeno presepe sia divenuto popolare. Per tanti secoli la costruzione dei presepi è stata appannaggio esclusivo, o quasi, delle famiglie reali e delle grandi Chiese; poi il presepe è divenuto una delle tradizioni popolari più diffuse nelle case dei napoletani, in quelle più ricche ma anche in quelle più povere. Il famoso presepe di Eduardo in Natale in casa Cupiello rappresenta probabilmente la più celebre testimonianza della popolarità di questa tradizione.
Giannotti: il presepe napoletano ebbe il suo momento di massimo sviluppo tra il 600 e il 700. Parliamo inizialmente del presepe cosiddetto "ricco": è il presepe caratterizzato da un'eccezionale opulenza, da pastori alti mediamente sui 40 cm., ciascuno vestito con preziosissimi abiti appositamente confezionati. Ma già nel '600, e poi soprattutto nel '700, alcune famiglie nobiliari napoletane, seguite nei decenni successivi progressivamente anche dalle famiglie borghesi più importanti, incominciarono ad allestire presepi nelle proprie abitazioni gareggiando nella preparazione dell'esemplare più bello, più ricco. Si racconta di molte famiglie nobili cadute in disgrazia per le eccessive spese sostenute per battere la concorrenza.
Più o meno con questo primo diffondersi della tradizione, il presepe cambia anche fisionomia; il presepe "ricco" cede il passo al presepe "povero"; quest'ultimo è caratterizzato dall'inserimento di quadri, scene e personaggi popolari, dall'accostamento del profano al sacro. Anche la scena della Natività muta; si passa dalla collocazione dei protagonisti della Natività in un tempio, magari con colonne sgretolate dal tempo, a simboleggiare la sconfitta del paganesimo, a una più povera e caratteristica grotta. L'incontro tra queste due anime, sacra e profana, è evidente nel famoso e grandioso Presepe Cuciniello, oggi esposto presso il Museo di San Martino, donato allo Stato dall'Architetto Cuciniello che lo aveva ereditato dal padre.
Quindi il presepe opera d'arte riservata ai grandi del Regno, si diffonde progressivamente prima presso le famiglie più ricche per poi arrivare, poco alla volta, nelle case di tutti i napoletani.


La struttura del Presepe a più piani



Un esempio di presepe "povero" con tante scene profane Un esempio di presepe "povero" con tante scene profane
Quicampania: Parliamo della struttura tipica del Presepe, che prevede uno sviluppo su più piani. Cosa ci può dire in merito?
Giannotti: Ad ogni parte del presepe, ad ogni personaggio, ed anche alla collocazione degli animali e dei pastori corrisponde quasi sempre un significato allegorico. Uno dei motivi conduttori, ad esempio, è la presenza costante di due elementi in contrasto tra loro: giorno/notte, bene/male, luce/tenebre, guerra/pace, etc… .Nel caso dello sviluppo su più piani, a parte la ragione logistica di poter sfruttare lo spazio domestico nella migliore maniera, questo sviluppo consente la possibilità di rappresentare il movimento dei pastori, tendenti a scendere dall'alto verso la grotta, cioè verso la Salvezza. E' il caso, che dopo analizzeremo, dei Re Magi. La visione poi del presepe su più piani dà l'idea comunque di una struttura proiettata verso l'alto, verso il cielo.

Quicampania: Sul piano inferiore la tradizione prevede necessariamente la presenza di particolari strutture?
Giannotti: Necessariamente devono essere presenti almeno due ambienti: la grotta e la taverna. Qui abbiamo il più classico degli esempi dei due elementi in contrasto tra loro: la Santa Grotta rappresenta il Bene per definizione; la taverna rappresenta il Male. Occorre ricordare che nei secoli scorsi le locande, o meglio gli osti, godevano di una pessima fama.
Si racconta di viandanti prima derubati e assassinati per poter poi essere tristemente utilizzati come carne da macello per la preparazione delle vivande.  In un caso, si narra addirittura di tre bambini uccisi e conservati nel vino per far insaporire le loro carni. La taverna rappresentava pertanto il peccato per definizione. Quindi in un presepe napoletano questi due ambienti devono, e sottolineo devono, essere sempre presenti e contrapposti sul piano inferiore.      

 

Clicca per guardare le altre due pagine dedicate al Presepe Napoletano:

Il Presepe Napoletano : i Pastori

 

Il Presepe Napoletano : i luoghi


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