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Il Cilento: da Pisciotta a Palinuro



Matteo Di Domenico è un "innamorato" del Cilento e del suo mare. Abbiamo già pubblicato altri suoi articoli dedicati a questa magnifica terra:
Gli articoli sono tutti impreziositi dalle bellissime foto di Francesco Maraucci.


Vi proponiamo un nuovo articolo:

La terra dei Giganti



Ascoltare i racconti dei vecchi pescatori, avventure fantastiche vissute nel tratto di costa che va da Pisciotta a Palinuro, hanno da sempre suscitato in me una voglia irresistibile di visitare e frequentare questi luoghi.
E così è stato, da anni la frequento e non posso farne almeno, ho vissuto irrepetibili e divertenti giornate di pesca sulla PP (come alcuni esperti pescatori amo definire così la costa che va da Pisciotta a Palinuro), e forse un giorno proverò a scrivere un’avventura indimenticabile, sicuramente tra le più incredibili e divertenti, vissuta appunto sulla PP.


La costa tra Pisciotta e Palinuro



A testimonianza che questi luoghi sono stati da sempre irresistibili, sono i tanti ritrovi di utensili, resti di ossa di animali e di uomini primitivi dall’età del neolitico, lontanissimi insediamenti umani, con tombe databili intorno al V sec. A.C., reperti archeologici di tanti popoli, come i Fenici e i Greci, che hanno scelto di frequentare questa terra.
Iniziamo da Pisciotta, un paese incastonato sulla sommità di una collina coperta di ulivi che si allunga verso un litorale a tratti sabbioso, caratterizzato da una natura marina incontaminata. Un borgo di epoca medievale, un bellissimo presepe, dove sembra che il tempo si sia fermato.

Pisciotta

Una bella immagine di Pisciotta


Dopo le tempeste invernali, per individuare anse riparate dal mare in scaduta, via terra scrutavo la costa dall’alto, ed è così che ho scoperto la magia e la bellezza degli ulivi secolari pisciottani: come dei giganti di un racconto fiabesco, piantonano e sorvegliano le colline circostanti.

L'ulivo secolare
Un tipico ulivo secolare

Dai frutti di queste meravigliose piante, viene ricavato l’oro giallo, un olio d'oliva extravergine che ha il riconoscimento della denominazione di origine protetta (DOP), basata sulla coltura della varietà d'oliva autoctona, la raccolta è esclusivamente a mano, con l’ausilio di reti dai colori sgargianti, che rompono la monotonia dei toni autunnali e ravvivano il paesaggio.
Nella terra dei giganti si pratica un'antichissima tecnica di pesca, un tempo diffusa su tutte le coste del Mediterraneo, che oggi sopravvive in pochi luoghi: Marina di Pisciotta custodisce gelosamente questa tradizione.
Sto parlando delle alici di menaica, vengono catturate con l'ausilio di una rete lasciata libera alla deriva e tirata in barca a mano, pulite e sviscerate a bordo per poi essere salate e poste in conserva immediatamente allo sbarco in vasi di terracotta, senza l'utilizzo di alcun tipo di refrigerazione o ghiaccio. Le alici devono maturare sotto sale per almeno tre mesi, in locali freschi e umidi dove un tempo, si ricoveravano anche le barche. Il risultato di questo antico e sapiente lavoro, rende le carni chiare tendenti al rosa dal profumo intenso e delicato, in poche parole le alici di menaica sono una vera prelibatezza da gustare a tavola.
E la magia continua con Palinuro, la selvaggia bellezza del territorio di Capo Palinuro non ha pari e la storia e le leggende che vi aleggiano contribuiscono a perpetuare il fascino di questi luoghi.
Una bellezza fatta di tramonti infuocati, di giochi di  luci e di colori nelle anse rocciose, dall’incredibile arco naturale, da spiagge bianche che classificano questa località come una delle più belle e suggestive al mondo.

La spiaggia dell'arco naturale
La spiaggia dell'Arco Naturale

Il Capo conserva la bellezza e la posizione strategica del porto, il poeta Virgilio narra che il nocchiero di Enea, Palinuro appunto, si innamorò di una splendida fanciulla di nome Kamaratòn, e inseguendone l'immagine fino in fondo alle scogliere del Capo, tradito dal sonno cadde in mare, e fu così che il Capo prese il suo nome.  

Capo Palinuro: un gozzo Un gozzo doppia Capo Palinuro
                                             

Ritrovo per tanti sub ed esperti speleologi, il promontorio è costituito da rocce calcaree che scendono a strapiombo sul mare e nelle quali le acque hanno scavato numerose grotte e profonde gole. Da ricordare la Cala Fetente che deve il suo nome ad emanazioni sulfuree, la Cala delle alghe, la Cala delle Ossa con il suggestivo spettacolo di ossa umane calcinate nella roccia, probabilmente vittime di antichi naufragi, o forse di marinai sopraffatti da irresistibili sirene.
La più bella di tutte resta per me la Grotta Azzurra, così chiamata per lo splendido colore riflesso dalle sue acque, uno spettacolo della natura che emoziona.



E’ proprio l’azzurro che rimane impresso negli occhi e nella mente dopo aver visitato questa terra, e durante il freddo inverno quando riaffiorano i ricordi, il colore di questo mare riscalderà il cuore e con esso la voglia di tornare.



Matteo Di Domenico
(Ringrazio come sempre Francesco Maraucci per le sue emozionanti foto)



Capo Palinuro

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