Ecco una delle scene più famose di Miseria e nobiltà! Caro Giuseppe compare nipote è l'inizio della dettatura di una lettera che un cafone propone allo scrivano Totò (don Felice Scioscammocca).
La scena di Caro Giuseppe compare nipote è quindi inquadrabile nel filone delle grandi scene comiche legate alla dettatura ed alla scrittura di una lettera.
Ricordiamo tra queste scene, la più famosa, quella della Lettera alla malafemmina (clicca) con protagonisti Totò e Peppino, e quella, più recente, della Lettera al Savonarola (clicca) con protagonisti Massimo Troisi e Benigni (il film è Non ci resta che piangere).
Il "teatro" di Caro Giuseppe compare nipote sono i portici del Teatro San Carlo, dove Don Felice svolge la sua attività di scrivano.
I clienti latitano e la fame è tanta!
Don Felice si è fatto accompagnare al lavoro dal figlio Peppiniello.
(NDR Il ruolo di Peppiniello nella commedia Miseria e nobiltà è sempre stato un ruolo particolarmente importante per le varie compagnie Scarpetta- De Filippo; infatti vi era l’abitudine di far interpretare il ruolo di Peppiniello al ragazzino della famiglia che si intendeva avviare all’arte del teatro) .
Ecco il testo della scena:
Totò - Senti, Peppiniello, appena vedi arrivare il primo cliente, vai dal pizzaiolo e ordina una bella pizzella, la solita.
Si avvicina un nuovo possibile cliente, all’aspetto un vero cafone.
Peppiniello – Papà, posso andare?
Totò (rivolgendosi al cafone) – Un momento: lei lo sa dov’è la Stazione?
Il cafone– Si che lo so! E che c’entra la Stazione? Sono venuto per scrivere una lettera.
Totò (al figlio) – Vai!
Il cafone – Una lettera di carta.
Totò – Lei è ignorante?
Il cafone – Si.
Totò – Bene così. Viva l’ignoranza! Tutti così dovrebberlo essere. E se ha dei figliuoli non li faccia studiare, li faccia sguazzare nell’ignoranza.
Cafone – Non ho figli, ho un "compare-nipote ". Propete a lui devo scrivere la lettera.
Totò – Quanti anni ha?
Cafone – 45.
Totò – Eccola qua. Questa va benissimo, noi le lettere le scriviamo prima, in modo che quando........
Cafone – None! Tu non sai che dobbiamo scrivere qua dentro.
Totò – Guadagnamo tempo. Scusi, lei, ha detto che il suo compare nipote ha 45 anni?
Cafone – Sì.
Totò – Questa lettera l’ho scritta tre anni fa a un signore che ne aveva 42!
Cafone – Ma questo signore non è lo cumpare mio.
Totò – Non vuol dire.
Cafone – Non mi piace, paisà.
Totò – Se vuole, scriviamola da capo, lo facevo per lei, con questa lettera economizzava. La vuole nuova, facciamola nuova. Siamo qui apposta.
Cafone – Napole...
Totò – Napole, etcetera etcetera...
Cafone – Caro Giuseppe cumpare nepote, a Napoli stoce facendo la vita de lu Signore.
Totò – Stoce? Io stoce, tu stoce! Stoce non esiste. Sto!
Cafone – Pago sempre io.
Totò – Bravo, bene. (Rivolgendosi al figlio, urla) Peppiniello! Quelle pizze diventano due!
Cafone – Alla sera me ne vago...
Totò – Vago? Vado!
Cafone... allo tabarene, e me ne esco quando chiote.
Totò – Chiote?
Cafone – Chiote le porte.
Totò – Allora chiude!
Cafone – E per questo mandame un poco di soldi perchè non tengo nemmeno li soldi per pagare la lettera allo scrivano che mi sta scrivendo la lettera presente!